domenica 17 febbraio 2008

Nanotecnologie, arrivano in Europa le tecnologie conserva-alimenti

Tutti i cibi che mangeremo nei prossimi anni saranno controllati attraverso le nanotecnologie, cioè quella branca della scienza che consente di manipolare e controllare i materiali a livello di atomo e molecole per conservare più a lungo il cibo confezionato; renderlo resistente al calore e alle contaminazioni batteriche, ma anche per impedire l’alterazione della struttura e del sapore dei prodotti conservati in frigorifero.
Il tutto avverrà attraverso sistemi di "Smart packaging" - imballo intelligente - in grado di proteggere meglio gli alimenti attraverso materiali di imballaggio più leggeri e flessibili, più resistenti al calore, alla luce, al danno meccanico, in grado di assorbire ossigeno e umidità per mantenere freschi a lungo gli alimenti .
Nanoparticelle dotate di proprietà antimicrobiche e con superfici repellenti allo sporco si spera trovino un'applicazione diffusa nei materiali di confezionamento e nei macchinari utilizzati nei processi di produzione degli alimenti.
Inoltre vi sono le pipeline, materiali che possono modificare le loro proprieta' in base alle condizioni interne o esterne, come ad esempio la temperatura, e quelli che si autoriparano in caso di strappamento o bucatura.
Un’altra idea innovativa è l’utilizzo di nanosensori all’interno delle confezioni in grado di rilevare piccolissime quantità di sostanze chimiche come quelle rilasciate dagli alimenti quando iniziano a deteriorarsi. Il consumatore si accorge del deterioramento o della contaminazione del prodotto attraverso il cambio di colore della confezione.
Sebbene la nanotecnologia prometta molto, crea anche inquietudini,- tant'è che la Commissione Europea ha dibattuto con esperti e scienziati di varie branche per capire se fosse necessario regolamentarne le applicazioni in campo alimentare. Poichè nessuno sembra ancora in grado di dare risposte convincenti alle domande più pressanti dei consumatori, Bruxelles ha deciso di non regolare la materia e di risolvere la questione con un codice di comportamento per le aziende interessate. In pratica, un via libera. Il codice richiesto prevede dei criteri piuttosto semplici e prevedibili; si limitano a suggerire prudenza ed eticita’ per non danneggiare la salute e l’ambiente”.

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