Siamo quello che mangiamo. Ma siamo anche quello che ci insegnano a
mangiare. Secondo uno studio della Nestlè, sono i genitori a stabilire quali saranno i nostri gusti da grande. I ricercatori hanno analizzato l'effetto dell'introduzione di diverse verdure nell'alimentazione di bimbi francesi e tedeschi, svezzati, di età compresa tra 6 e 12 mesi, seguendoli per 9 giorni.

A un primo gruppo è stata servita la stessa verdura per i 9 giorni dello studio (nessun cambiamento); a un secondo, tre diverse verdure, sostituite ogni tre giorni (cambiamento a bassa frequenza); infine, a un terzo gruppo le stesse tre verdure del secondo, ma a rotazione giornaliera (cambiamento ad alta frequenza).
Gli studiosi hanno valutato la reazione dei bambini misurando quantità di alimento consumato e livello di gradimento espresso dalla mamma e da un osservatore indipendente.
I risultati hanno mostrato che il cambiamento quotidiano della verdura ne aumentava in modo significativo l'accettazione da parte del bambino. Inoltre, la frequenza del cambiamento era più rilevante del numero di verdure offerte.
In un secondo studio, condotto con bambini di sette mesi, e' stato valutato l'effetto dell'esposizione ripetuta a verdure che il bambino aveva inizialmente rifiutato. Le mamme dei bambini avevano dichiarato che, mediamente, evitavano di riproporre lo stesso alimento ai propri figli dopo due o tre rifiuti. I ricercatori Nestlè hanno dimostrato che insistendo, e riproponendo lo stesso alimento per 7-8 volte, alla fine oltre il 70% dei bambini lo mangiava e dimostrava di gradirlo. Inoltre, secondo le madri, il 63% dei bambini mangiava regolarmente l'alimento prima rifiutato anche a nove mesi di distanza dalla partecipazione allo studio.
Ok, ho capito la lezione e stasera al mio piccolino riproporrò il pesce.
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